Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori (CGIL) Basilicata ( 1946 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Partito politico, organizzazione sindacale

Profilo storico / Biografia

Cgil Basilicata

La riorganizzazione del sindacato, annullato dal Regime fascista e dalla sua politica corporativista, prese avvio negli ultimi anni del Secondo Conflitto mondiale. Nella Roma ancora occupata dai tedeschi furono poste le basi del sindacalismo unitario e democratico. Nel giugno del 1944 fu siglato il Patto di Roma. I protagonisti furono Giuseppe Di Vittorio per la corrente comunista, Achille Grandi per i democristiani ed Emilio Canevari per i socialisti, quest’ultimo sostituì Bruno Buozzi, arrestato e barbaramente ucciso dai nazisti. Con il Patto fu fondata la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), organizzazione sindacale unica e unitaria che univa le tre grandi anime politiche del paese e che rappresentava la più grande organizzazione di massa dei lavoratori dell’Italia democratica e uno dei principali sindacati a livello mondiale.
Gli aspetti organizzativi del nuovo sindacato rappresentarono un nodo importante delle trattative che portarono al Patto di Roma. Per i comunisti le leghe e le Camere del Lavoro avrebbero dovuto rappresentare le strutture di base della nuova Confederazione sindacale, altro tratto caratterizzante sarebbe stato la libera adesione dei lavoratori. Per i democristiani invece maggiore peso avrebbero dovuto rivestire le federazioni di categoria, mentre le strutture orizzontali sarebbero state relegate ad un ruolo di mero coordinamento dell’azione sindacale. Alla fine prevalse la visione dei comunisti, ben rappresentata da Giuseppe Di Vittorio. Le Camere del Lavoro avrebbero avuto un ruolo di coordinamento e direzione di tutta l’attività sindacale e assistenziale di carattere generale e alla Confederazione il compito di stipulare il contratto nazionale di lavoro.
Fin da subito il riorganizzato sindacato assunse un atteggiamento «costruttivo», basato sulla moderazione sindacale, salariale e normativa, perfettamente in linea con l’obbiettivo prioritario condiviso da tutti i principali partiti di massa – seppur con diverse sfumature e obiettivi politici diversi – di ricostruire il paese.
Nel 1948 in seguito al nuovo scenario internazionale, ormai in piena Guerra Fredda e segnato dal lancio del Piano Marshall, e al risultato delle elezioni del 18 aprile che videro l’affermazione della Democrazia Cristiana e la sconfitta del Fronte popolare (PCI e PSI), aumentarono sempre di più i contrasti in seno al sindacato. La situazione divenne ingestibile dopo l’attentato al leader comunista Palmiro Togliatti. Alla notizia dell’attentato in tutte le principali città italiane operai e militanti comunisti scesero in piazza. La CGIL tentò di controllare la protesta, ma la componente cattolica iniziò a polemizzare sulla legittimità e sulla gestione dello sciopero, preannunciando l’uscita dalla CGIL e la costituzione di un nuovo sindacato libero. Così, a settembre nacque la libera CGIL, guidata da Giulio Pastore, che sarebbe presto diventata Cisl.
Nel 1950 con la scissione che portò alla nascita dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL) si concluse definitivamente la stagione del sindacalismo unitario. Dal quel momento in poi si sarebbe registrata una crescente competizione tra le tre sigle sindacali, funzionale alla regolazione dei rapporti di forza dei partiti di riferimento. Tuttavia, nel 1972 le tre sigle sindacali tentarono una nuova fusione con l’istituzione della Federazione Unitaria CGIL-CISL-UIL, ma nonostante gli obiettivi iniziali, questo progetto naufragò negli anni ’80 difronte a posizioni sindacali contrastanti.
In Basilicata la riorganizzazione politica e sindacale avvenne in ritardo rispetto alle regioni contermini e fece registrare un diverso andamento nelle due province. La struttura ancora totalmente agricola dell’economia regionale fece delle battaglie per la terra il primo vero momento di scontro e di organizzazione sindacale. A Matera e provincia, più che in altre zone delle Regione, l’impeto del movimento per la terra rese urgente riorganizzare le strutture di supporto a contadini e braccianti, in primo luogo le Camere del Lavoro e le Leghe. La numerosa presenza di braccianti nella provincia Materana e nel Vulture fece della Federbraccianti, nata all’interno della Confederterra, la categoria intorno alla quale si sviluppò il primo sindacalismo regionale. Fino a metà degli anni Sessanta la categoria che univa i lavoratori braccianti del settore primario rimase il segmento più importante in termini numerici, rivendicativi e politici del sindacato lucano. Altre categorie presenti in regione erano gli elettrici e i ferrotranvieri, ma con numeri del tutto marginali. Di fatto lo sviluppo agricolo e la vicenda del movimento per la terra influenzarono la linea, la formazione dei quadri sindacali, il tenore delle lotte sociali, in maniera preponderante fino ai metà degli anni Sessanta, quando la scoperta del metano in Val Basento, avvenuta nel 1959, e la svolta industrialista dell’Intervento straordinario del Mezzogiorno cambiarono la struttura produttiva di consistenti aree della regione. Di fronte ai nuovi ambienti di lavoro di fabbrica che stavano nascendo in tutto il Mezzogiorno grazie agli incentivi della Cassa per il Mezzogiorno la Cgil nel corso della prima Conferenza sul Meridione, tenutasi a Napoli nel 1961, affermò la necessità di un adeguamento del sindacato nella direzione di un maggiore insediamento nell’industria e di una cultura operaia. Nello stesso anno il sindacato inviò nella provincia di Matera, interessata dai nuovi insediamenti chimici della Val Basento, quadri dalle regioni con una più radicata storia industriale nell’intento di provare ad attrezzare il sindacato materano in senso operaistico e non più solo bracciantile. Nel Congresso provinciale del 1965 la Cgil decise di intensificare la presenza del sindacato nelle fabbriche chimiche, segnando in tal modo i primi passi della Filcep, la categoria dei chimici.
Con la nascita delle nuove fabbriche sul territorio regionale si affacciarono le principali categorie di fabbrica, parallelamente si affermò la categoria degli edili. Negli anni Settanta, infine con l’affermarsi di processi di terziarizzazione dell’economia regionale si sarebbero affermate anche le categorie del pubblico impiego e dei servizi.
La nascita degli istituti regionali nel 1970 vede la Cgil fortemente impegnata da un punto di vista politico nel tentativo, fortemente sostenuto anche dal Pci, di affermare scelte politiche finalizzate al riequilibrio territoriale, con una particolare attenzione per le aree interne rimaste marginali dai processi di sviluppo indotti dall’intervento regionale, e sul piano organizzativo nel tentativo di rafforzare le strutture orizzontali di coordinamento regionale.
Oggi la CGIL si presenta ancora basata su una doppia struttura: orizzontale e verticale. Le Camere del lavoro a struttura orizzontale hanno il compito di dirigere e coordinare l’azione Sindacale e sono responsabili anche del controllo di tutti i servizi promuovendo e gestendo, inoltre, le vertenzialità territoriali attraverso la contrattazione e la negoziazione su temi e problemi di interesse generale. A struttura verticale, invece, troviamo 13 Federazioni nazionali di categoria. Si tratta della: FILCAMS (Federazione Italiana Lavoratori Commercio Albergo Mensa Servizi), FILCEM (Federazione Italiana Lavoratori Chimici Energia Manifatture), FILLEA (Federazione Italiana Lavoratori Legno Edili Affini), FILT (Federazione Lavoratori Trasporti), FILTEA (Federazione Italiana Lavoratori Tessili e Abbigliamento), FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici), FISAC (Federazione Italiana Sindacati Assicurazioni e Credito), FLAI (Federazione Lavoratori Agroindustria), FLC (Federazione Lavoratori della Conoscenza), FP (Federazione Lavoratori della Funzione Pubblica), NIdiL (Nuove Identità di Lavoro), SLC (Sindacato lavoratori della Comunicazione), SPI (Sindacato Pensionati Italiani). Queste guidano le attività contrattuali collettive, con specifico riferimento ai settori di impiego, tutelando gli interessi dei lavoratori che fanno parte di uno determinato settore.
Sul piano territoriale la Cgil è organizzata in:
CGIL Regionale;
• Federazioni e Sindacati di Categoria Regionali;
• Sindacato Pensionati SPI Regionale;
• Camere del Lavoro Territoriali;
• Federazioni e Sindacati di Categoria Provinciali;
• Sindacato pensionati SPI Provinciale e Leghe territoriali;
• Servizi (Patronati INCA, Centri Assistenza Fiscale, Uffici Vertenze Legali, ecc.)

Complessi archivistici